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Com'è nata l'osteopatia?

A.T. Still

L’osteopatia è nata in America nel 1800 grazie al medico Andrew Taylor Still, il quale scoprì che con le sue manipolazioni conseguiva maggiori risultati rispetto ai rimedi farmaceutici.

Si pensa che il nome provenga dal greco “osteon” (=osso) e “pathos” (=sofferenza). Per Still, infatti, il mal posizionamento delle ossa diventa l’origine delle condizioni patologiche. In sostanza l’osteopatia non riguarda solo l’apparato scheletrico, ma anzi, interviene su tutti i sistemi e apparati.

Still fondò una scuola per formare nuovi osteopati e da quel momento l’osteopatia iniziò a diffondersi arrivando fino in Europa.

Com'è la situazione in Italia?

In Italia il 31 Gennaio 2018, grazie alla Legge 3/2018 (conosciuta anche come Legge Lorenzin), l’osteopatia è stata individuata come professione sanitaria autonoma.
Intanto in altri Paesi Europei ed extraeuropei l’osteopatia è regolamentata. Tra loro ritroviamo la Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Russia, Svizzera, Portogallo, Turchia, Malta, Islanda, Lichtenstein, Lussemburgo.

Cos'è l'osteopatia?


L’osteopatia in definitiva è una medicina complementare 
riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

E’ una medicina manuale e il suo approccio si basa su dei concetti che stanno alla base dell’osteopatia:

  • L’unità del corpo. Il nostro organismo è in continuità dai piedi al capo, perciò in una seduta osteopatica il paziente viene valutato globalmente, considerando sia il punto in cui vi è il sintomo, sia le altre zone che, essendo in “disfunzione”, potrebbero aver causato il problema.
  • Struttura e funzione sono interdipendenti. Un cattivo funzionamento di una parte del corpo può modificare la struttura del corpo stesso e, viceversa, una problematica legata alla struttura può far sì che la funzione di un determinato distretto corporeo o organo venga meno, causando problematiche di vario genere.
  • Il ruolo dell’arteria è supremo. Le arterie trasportano sangue ossigenato, che nutre i tessuti del nostro organismo; se un’arteria dovesse essere “strozzata” in qualche punto preciso, è logica la conseguenza di un apporto sanguigno minore, il quale può portare a disfunzioni nel distretto che riceve il vaso sanguigno in questione.
  • L’autoguarigione del corpo. Si intende la possibilità dell’organismo di guarirsi da solo:  secondo Still “il corpo già dispone di tutto ciò di cui ha bisogno” e il trattamento osteopatico crea solo un terreno fertile affinché il corpo utilizzi al meglio gli strumenti necessari alla risoluzione del problema presente.
  • La vita è movimento. Il sangue scorre e perciò si muove, e deve muoversi. Uno degli obbiettivi principali è “dare movimento” a ogni organo e tessuto affinché questo “viva”. Il movimento porta alla vita, la stasi porta all’indebolimento!

 

Come si svolge una seduta osteopatica?

Riunendo i concetti appena menzionati l’osteopata, durante una seduta, rivolge al paziente un’accurata serie di domande riguardanti il motivo del consulto (anamnesi). Seguono un’attenta valutazione osservativa e palpatoria cercando di trovare dei “punti deboli” (disfunzioni somatiche) rappresentanti la causa del problema che lamenta il paziente.
Il tutto è seguito da tecniche e manipolazioni aventi lo scopo di eliminare o almeno ridurre le tensioni presenti, sia a livello scheletrico che muscolare, ed anche fasciale, viscerale, cranio-sacrale, circolatorio, ecc..

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